Il FOTOINSERIMENTO o fotosimulazione è quella tecnica attraverso la quale si ottiene un'immagine da una foto reale integrata con il render di un modello 3d virtuale costruito in scala grazie ad un progetto o mediante riferimenti presi dalla realtà dello stato di fatto.
Quando si costruisce un'opera di rilevante impatto paesaggistico, in aree ad alta esposizione panoramica, le normative attuali impongono che vengano effettuate delle fotosimulazioni per illustrare eventuali situazioni critiche e le relative mitigazioni previste - Valutazione Impatto Ambientale (V.I.A.).
Talvolta anche per le Concessioni edilizie serve il parere dei Beni Ambientali / Sovrintendenza come anche per i Piani Integrati di Riqualificazione Urbana (P.I.R.U.).
I fotoinserimenti sono efficaci mezzi per la partecipazione a Concorsi di architettura e per la vendita di immobili non ancora realizzati.
Ogni qualvolta si opera nel territorio con alterazioni del paesaggio per interventi di sostituzione, di immissione o per abbandono, sono previsti alcuni studi per valutare le interferenze che le alterazioni provocano sotto il profilo estetico-percettivo.
Tali studi devono analizzare il territorio circostante l'area oggetto di intervento per un raggio di almeno 15 chilometri ed essere corredati da “carte della visibilità” (dette anche “carte di intervisibilità) e da specifiche fotosimulazioni per illustrare le situazioni critiche nelle varie fasi di attività e le relative mitigazioni previste.
E' così che da anni, grazie anche allo sviluppo delle tecnologie informatiche ed elettroniche, realizziamo fotosimulazioni (foto-simulazioni) altrimenti dette fotoinserimenti (foto-inserimenti):
lo strumento più immediato ed efficace per visualizzare il reale impatto visivo di un'opera sul territorio.
Le fotografie vengono effettuate con reflex professionali posizionate su cavalletto e "a
bolla" per ottenere vedute prospettiche a quadro verticale; ciò al fine di simulare il punto di
vista più utile e “realistico”, ossia quello dell’occhio umano che realmente guarda e percepisce l’ambiente.
Si utilizza, inoltre, un obbiettivo con ingrandimento pari a 1 (distanza focale circa 50 mm) al fine di restituire una visione più simile a quella dell’occhio umano e un dispositivo GPS aggiuntivo (Nikon GP-1) che consente di rilevare e di registrare, durante lo scatto, la posizione esatta della fotocamera attraverso informazioni inerenti le coordinate geografiche (latitudine, longitudine e altitudine).
Successivamente si procedere alla costruzione di un accurato modello tridimensionale del progetto con l’ausilio di un software di modellazione (3ds max).
Per ottenere un corretto allineamento della “vista virtuale” con l’immagine fotografica oltre alla conoscenza della focale e delle coordinate del punto di presa delle fotografie si realizzano dei modelli schematici di qualche preesistenza e si utilizzano appositi strumenti di collimazione propri del software di modellazione 3D.
Il successivo processo di rendering del progetto viene effettuato con le stesse condizioni di illuminazione presenti al momento delle riprese dello stato di fatto dopo aver assegnato agli oggetti della scena i dovuti materiali.
Attraverso programmi di fotoritocco si effettuano le dovute correzioni e si sovrappongono gli oggetti elaborati dal rendering alla foto originale che viene usata come sfondo avendo cura di riportare in primo piano, se necessario, gli elementi inopportunamente coperti dal render.